Trovare in queste pagine Maria e Attilio d'altri tempi è un inatteso incontro. Un incontro in un'altra dimensione, in un'atmosfera rarefatta da mosaico bizantino, in cui un mondo trascendente domina e informa quello immanente e la vita interiore illumina l'esistenza. Dobbiamo essere grati a Maria per aver tirato fuori dalle sue arche questi tesori segreti e averci mostrato un Mordini a noi pressoché sconosciuto: quello quotidiano, intimo, tenero, quello che lui stesso nascondeva volentieri dietro il suo entusiasmo, le sue battute a volte sarcastiche, a volte illuminanti come saette. Queste pagine raccontano un amore segnato da un sentimento che prende per mano un uomo e una donna e li conduce in un cammino ogni passo del quale fa emergere la misteriosa realtà del Divino. Quello di più prezioso che queste lettere di Mordini rivelano è la sua anima di poeta, di uomo che, nonostante i suoi grandi mali, le sue sventure aveva trovato una vera donna con la quale condividere quel tanto o poco concessogli dal cielo.