Un intenso reciproco interesse ha legato negli ultimi decenni gli studi letterari e gli studi geografici. Mentre i geografi ripensavano la carta come dispositivo mediale e come testo, gli studiosi della letteratura scoprivano la carticità del testo narrativo, la sua capacità di funzionare come una carta, ma anche l'utilità di cartografare i territori della finzione ai fini dell'interpretazione testuale. I saggi presentati in questo volume danno conto dei vari usi possibili della strumentazione tecnica e concettuale sviluppata dalla cartografia per l'analisi di testi e fenomeni letterari, interrogandosi al contempo sui diversi modi in cui la letteratura ha contestato la ragione cartografica o con essa ha rivaleggiato. Non si tratta solo di indagare il ruolo che lo spazio svolge nella narrazione o di ricavare dati sugli aspetti spaziali e spazializzabili del testo. Si tratta anche di leggere la scrittura letteraria come una cartografia alternativa, che contribuisce in modo determinante a strutturare le mappe del nostro mondo e del nostro immaginario.