La vita di Evi non è andata come avrebbe voluto. È una persona solitaria, soffre di disturbi mentali e ha una tendenza all'abuso di sostanze. È anche un genio della linguistica, o almeno, lo era. Ora le restano solo ricordi di tempi migliori, di ragazze di cui si è innamorata ma a cui non ha mai osato parlare e la sua unica compagnia è un'intelligenza artificiale. Di tutto questo Evi incolpa Dio. E lo odia. Profondamente. Ariel trascorre la sua vita vagando in un deserto infinito, riflettendo sul significato della sua esistenza. Un misterioso volto gigantesco si staglia nel cielo sopra la vasta, desolata distesa. Ariel ama inventare parole, ma non ha nessuno con cui parlare. Il più grande amore di Evi sono le parole, ma nemmeno lei ha con chi condividerle. Questo è un viaggio nel passato più oscuro della Terra, ma anche una riflessione sulla natura del divino, sul bene e sul male, sull'amore, sull'odio e sul perdono.