Il 7 di ottobre del 1571, le acque di Lepanto furono testimoni di una battaglia forse tra le più importanti della storia. I riottosi stati europei, messe brevemente da parte le reciproche inimicizie, erano riusciti a unirsi sotto un comando comune, e là sconfissero sul mare le forze numericamente superiori dell'Impero ottomano, che mirava a estendersi in Europa. Chesterton canta quest'impresa tessendo la realtà e la fantasia in un quadro spumeggiante e variopinto, nel quale, come nei classici dell'epica, le circostanze della battaglia sono il centro di un più ampio scontro spirituale e ultraterreno. L'umanità piccola, ma audace e non sottomessa, è incarnata da don Giovanni d'Austria, il giovane comandante della flotta cristiana. È un canto degli uomini liberi contro la tirannia e il potere degli imperi; e così questi versi risuonarono nelle trincee della prima guerra mondiale, intonati dai soldati britannici che rischiavano la vita per proteggere il bene alle proprie spalle, come il don Giovanni di Chesterton. Il poemetto è qui offerto al lettore italiano in una traduzione poetica, fedele allo spirito originario, col testo inglese a fronte. L'opera è introdotta da una prefazione e accompagnata da un ampio apparato di note, che ne spiegano in dettaglio i riferimenti storici e letterari.