Presentazione di CARLO PEDRETTI. L'amore di Leonardo per la Natura è testimoniato dal Vasari che nelle Vite racconta che "E non avendo egli, si può dir, nulla, e poco lavorando, del continuo tenne servitori e cavalli, de' quali si dilettò molto, e particularmente di tutti gl'altri animali, i quali con grandissimo amore e pacienza governava. E mostrollo ché spesso passando dai luoghi dove si vendevano uccelli, di sua mano cavandoli di gabbia e pagatogli a chi li vendeva il prezzo che n'era chiesto, li lasciava in aria a volo, restituendoli la perduta libertà". Per Leonardo l'osservazione della Natura, intendendo per natura tutto ciò che lo circondava e lo affascinava, non era fine a se stessa: per tutta la vita cercò infatti di indagare, di capire, di comprendere la natura e le sue leggi, come ci dimostrano i suoi disegni. La natura infatti poteva essere capita soltanto in un solo modo: osservandola. La pittura, definita nel Trattato "vera figliuola della natura", è per Leonardo un importante strumento di conoscenza proprio per la sua peculiarità di essere fondata sull'operazione sensibile del vedere. La Natura è copiosamente osservata, studiata e riprodotta in tutte le sue forme. Infatti non c'è un elemento grande e piccolo che non impegni Leonardo con la stessa intensità e che venga osservato, capito e disegnato: il mistero è ovunque in un ramo ricoperto di foglie, nello studio di accrescimento dei suoi frutti, in un sorriso femminile, nel volo di un uccello, nel corpo dell'uomo, nel palpito di un cuore, nel complicato intreccio dei capelli delle dame rinascimentali, nei tramonti, nella meravigliosa varietà dei fiori, negli animali che giocano tra loro e si azzuffano, segni del fluire ininterrotto del segreto della vita.