Lo sfogo del vercellese Francesco Maria Vialardi, simile a un pianto rotto e malinconico, oggi scandito dalle diverse interruzioni che riempiono il recto dell'ultimo foglio di guardia di una copia di pregio della "Gerusalemme conquistata", da lui postillata durante i sei anni di reclusione trascorsi nelle carceri del Santo Uffizio romano, rende bene l'idea della parabola biografica di un letterato-informatore che fu al servizio di molti Signori, versato nelle Belle Lettere e nella filosofia, e interamente immerso nel vivere politico del suo tempo. Questo volume intende ricostruire l'itinerario biografico del letterato di Vercelli, le tappe principali del suo apprendistato di cortigiano, dedito particolarmente allo scrivere le cose del mondo.