Questo libro percorre un'idea fissa di società nel mondo e la mette in movimento con il saio francescano nella prospettiva di Papa Francesco. Infatti, ogni mia parola è il passo che incorpora quell'idea sana e santa che non si debba inseguire proprio nulla nella vita, neanche la libertà, se non si impara a camminare. Giacché non siamo rincorsi dai lupi e non siamo fatti per diventar lupi che rincorrono una preda, la qualità che ci fa stare tanto umanamente quanto personalmente in questa realtà post globale e interculturale, potrebbe essere quella della sospensione "per leggerezza francescana". Ossia, ripartendo da un'identità primaria che si basa sulla condivisione e sulla partecipazione del nostro cammino con la terra, si possono sviluppare politiche di sollevamento dal giudizio che condanna e poetiche del rovesciamento dalle filosofie che disperdono gli ultimi tra i lupi. Restare fissi sul cammino significa, pertanto, stare nella propria esperienza d'alleanza con la terra, ponendo la massima attenzione all'ascolto e all'incontro perché si rischia di cadere. La libertà, che coincide con l'imperativo di rialzarsi, fa mettere radici dotate di sentimenti personali su terreni adatti a coltivare il seme civile di ogni struttura sociale che ne diventa depositaria; la leggerezza francescana è un modo per andare incontro alla cultura di popolo e di popoli che corrisponde al prossimo da incontrare sul proprio cammino, cioè a colui che cade nel suo tempo e si rialza per scriverne la storia.