Il libro propone un confronto con alcuni testi classici del pensiero politico tra Sette e Ottocento nella convinzione che sia necessario ritrovare una cultura politica in grado di lasciarsi interpellare dalla realtà, evitando il rischio di uno specialismo fine a se stesso. Un classico, infatti, non è definito dalla distanza dalle concrete condizioni di un momento storico, ma per il fatto che, interamente immerso in una situazione determinata, riesce a suscitare domande, a offrire ipotesi di lettura in contesti e condizioni diverse, nella nostra situazione. In questo senso, al di là dell'intenzione dell'autore, un classico è un'opera aperta, perennemente aperta. I testi presentati, da Il contratto sociale a le Tesi su Feuerbach, dai Lineamenti di filosofia del diritto a Sulla libertà esprimono, da diverse angolazioni e con diversi accenti, una riflessione sul tema della libertà, di volta in volta vista come attiva partecipazione alla formazione della volontà generale (Rousseau), come concreta esperienza di vita nella famiglia, nella società e nello stato (Hegel), come passaggio dalla liberazione intellettuale alla prassi emancipativa (Marx), infine come sofferta conquista dell'autenticità in un ambiente sociale incline al conformismo (Mill).