Frutto di un lavoro di documentazione durato un decennio, "Le tragedie del progresso" è l'ultimo saggio pubblicato da Gina Lombroso prima dell'esilio forzato in Svizzera. In un'epoca in cui si esaltavano le invenzioni tecnologiche che avrebbero liberato l'essere umano dal peso del lavoro, Lombroso era tra le poche voci critiche di quello che chiamava "il macchinismo", vale a dire il culto esasperato della macchina, dell'industrializzazione, dell'automazione. Il prevalere del lavoro meccanico sul lavoro manuale, il decuplicarsi della produzione, la standardizzazione dei prodotti, invece di migliorare la vita dell'uomo, secondo Lombroso l'hanno peggiorata, provocando alla lunga sconquassi a livello sociale, materiale e morale. Un'opera brillante e sofferta, tale da risultare come un inquietante monito in questa epoca di remotizzazione e intelligenza artificiale.