"Avevo una scatola da scarpe, nel baule, dove ci tenevo un paio di fili a piombo, qualche flessometro e una cordella. Svuotai tutto in un angolo del baule e la usai per metterci la cucciola. Salutai Evaristo e il suo cliente e partii. Guidai molto piano, curvando il più lentamente possibile con una sola mano sul volante, con l'altra tenevo ferma la scatola. La micia non stava ferma un attimo. Iniziò a guardarsi attorno e decise di iniziare con lo schienale del sedile. Fece di tutto per arrampicarsi, ci provava con tutte le energie che aveva in corpo. Poi d'improvviso cambiò obiettivo. Saltò sul bracciolo e facendosi leva con una zampina posteriore sopra la maniglia, tentò di salire e accovacciarsi sotto il vetro, ma scivolò e ruzzolò giù di nuovo sul sedile. Io mi allungai e inserii la sicura. E adesso? Le chiesi divertito. Lei mi guardò in silenzio. Stava già architettando qualcos'altro..."