"La chiesa di Santa Maria di Monteoliveto si trova in un sito che, nel Quattrocento, era esterno alla cinta muraria della città. Un luogo occupato da boschi e giardini; verzieri dai nomi misteriosi ed evocativi: Ampuro, Biancomangiare, Carogioiello, Olimpiano, Paradiso... Santa Maria di Monteoliveto divenne ben presto uno dei luoghi della memoria più ambiti dall'alta aristocrazia del Regno di Napoli. Dopo le prime sepolture di personaggi ancora legati alla dinastia angioina, il convento dei benedettini bianchi si rivelò uno degli spazi religiosi più cari alla devozione dei sovrani aragonesi, insieme ai loro consanguinei e acquisiti... Nonostante i gravi danni subiti in seguito ai bombardamenti della Seconda guerra mondiale, Santa Maria di Monteoliveto continua a rappresentare un luogo privilegiato, una sorta di naturale museo, nel quale è possibile ripercorrere la storia della scultura del Rinascimento a Napoli". (Riccardo Naldi)