Quando nel 1350 Francesco Petrarca acquistò una copia della "Naturalis historia" di Plinio il Vecchio, l'enciclopedia latina divenne uno dei manoscritti più consultati della sua biblioteca. La varietà degli argomenti trattati nell'opera, miniera di informazioni storiche e scientifiche, sollecitò il lettore ad apporre migliaia di annotazioni nel codice, oggi conservato alla Bibliothèque nationale de France di Parigi (ms. Lat. 6802). La ricca postillatura, che si esprime in segni grafici di attenzione, note di critica erudita, osservazioni personali, confronti tra mondo antico e medievale, disegni, si svolse nel corso di vent'anni. Sull'immenso testo, connotato dal lessico raro proprio dei linguaggi tecnici e reso ostico dalla massiccia presenza di errori del copista, il lettore esercitò inoltre una campagna di emendazione che fa dei marginalia una testimonianza rilevante della fase aurorale della filologia. Il volume, nel presentare la prima edizione critica integrale e commentata delle glosse, apre una nuova prospettiva di studio sull'officina del grande umanista.