Pubblicate nel 1911, dieci anni prima della Storia di Cristo, e ripubblicate successivamente alla vigilia della conversione, queste Memorie furono destinate al fuoco da Papini. «Bruciali tutti, che non ne resti neanche una copia», furono le parole che disse alla figlia, riferendosi ai volumi che si era fatto restituire dall'editore Vallecchi. Viola, «con trasporto savonaroliano», eseguì. Nel 1960, morto l'autore, le Memorie furono ristampate nell'opera omnia, edizione che in alcuni punti diverge dalla presente, che riproduce la prima. Comprensibile il rimorso del credente Papini; aveva fatto dire nientemeno che a Dio: «Non credete più a me. Uomini: diventate atei tutti! - fatevi atei subito». In verità "Le memorie d'Iddio" al loro apparire non destarono alcuno scandalo; e oggi appaiono una testimonianza del percorso di un grande convertito del Novecento, che forse proprio prima della svolta decisiva della propria vita diede il meglio di sé, in veste di ateo, dissacratore e stroncatore.