È una storia intrecciata di esistenze di donne e bambini che si consumano tra antichissime contrade di una cittadina di provincia del sud Italia in cui la bellissima Rosa, nata a ridosso dello scoppio della Seconda guerra mondiale, vive fino al suo ultimo respiro la maledizione della sua avvenenza. Lascerà ebbra di speranza la casa paterna, ma col matrimonio cadrà con imperdonabile ingenuità in una fatale rete di inganni, persecuzioni e torture in cui resteranno impigliati anche i suoi figli. Senza vincitori né vinti, tutti i personaggi sono preda della stessa banale malvagità che esercitano e subiscono con la medesima inspiegabile immobilità. I ricordi, sospinti in avanti in modo rapido e nervoso senza concessioni a sentimentalismi né a elucubrazioni morali, vengono trasposti nella narrazione in modo fedele, livido, ferreo, così come devono essere offerti alla memoria e alla maledizione eterna i crimini domestici.