Il volume indaga l'opera dell'architetto Domenico Fontana (Melide, 1543-Napoli, 1607), puntando l'attenzione sui suoi cantieri, caratterizzati dal dialogo tra artisti e maestranze che collaborano alla realizzazione delle fabbriche da lui progettate e dirette. Nei cantieri di committenza papale e reale (a Roma, palazzo Lateranense, la Scala Santa, l'obelisco Vaticano in piazza San Pietro e il palazzo Apostolico ecc.; a Napoli, il palazzo Reale, a Salerno e Amalfi, le cripte delle cattedrali, ecc.) al lavoro di muratori, vetrai, stagnai e fabbri si sovrappone l'opera delle botteghe artistiche di pittori, scultori, bronzisti, stuccatori, indoratori, incisori: di questa straordinaria coralità, che unisce le più diverse competenze, il volume offre un'approfondita e sfaccettata disamina. Dagli esordi romani di Domenico Fontana e dell'impresa familiare, dalla sua affermazione durante il pontificato di Sisto V (1585-1590) e all'opera compiuta a Napoli per Filippo III (1598-1621), re di Spagna, e i viceré suoi rappresentanti, una lettura in parallelo delle opere romane e di quelle napoletane, mai prima svolta in questi termini lascia emergere con evidenza la complessità e la modernità che caratterizza i cantieri del Fontana sia in termini di risorse (economiche, materiali, umane) sia di competenze professionali. I saggi dipanano il complesso intreccio che si crea tra architettura e decorazione, tanto a livello di progetto, quanto nel processo di messa in opera, aggiornando e arricchendo le conoscenze sull'architetto.