La lettura di questo libro affascina, inquieta, sconvolge, esalta, estromette dal peso del suo stesso "io" il lettore, aprendolo ad un orizzonte del sentire in cui le proprie certezze comode, basate sull'affermazione "propria" e sulla distinzione dal non "proprio", non bastano. L'autrice, con parole intimamente chiare e con stile diaristico, ci racconta le vicissitudini di una conversione compiuta, che scopre nella malattia del corpo, nella fragilità fisica, la consapevolezza di una visione ampia, aperta, trasparente, da cui saper vedere chi siamo fino al nostro limite umano, oltre il quale incontriamo un'altra logica che ha Dio come Autore di un senso profondo o senso d'esistenza. Con Dio parlante nel cuore il sentimento d'infinito converte i ragionamenti ristretti in aurora di un diverso comprendere: è da qui che inizia una nuova visione con cui comprenderci finalmente, venendo tradotte le parole incompiute del mondo dalla compiente lingua dell'anima.