Ho trovato le foto in cui mio nonno, Paolo Amati, pose, un secolo fa, la prima pietra per l'avvio dei lavori di costruzione della chiesa, della sua abitazione e delle prime case dei pescatori di Savelletri di Fasano, un piccolo borgo marinaro situato nella provincia di Brindisi e diventato, oggi, una delle mete più ambite del turismo internazionale. E poi le foto della Masseria in cui abitavano i miei nonni, dei pescatori sulle barche a remi e dei braccianti, di auto d'epoca e di carri agricoli. Queste splendide immagini degli anni '20, descrivono l'atmosfera di quel periodo storico e la straordinaria bellezza del territorio pugliese, ancora ricco di stupende e di ulivi monumentali. Il romanzo prende spunto dall'esperienza concreta di condivisione sociale dei beni per individuare le ragioni profonde che inducono uomini e donne di ogni epoca ad adoperarsi per alleviare le sofferenze altrui, per far crescere economicamente e spiritualmente un'intera collettività. Come emerge dal titolo, il nucleo essenziale del romanzo è rappresentato proprio dall'inquietudine che anima tutti gli attori del racconto. Simon Lagarde, il protagonista, dopo un tormentato percorso di ricerca interiore e burrascose vicende sentimentali, scopre, in tutta la sua radicalità, il messaggio evangelico e sceglie di schierarsi, sempre e comunque, a fianco dei poveri e di coloro che non hanno voce e non hanno forza e che nessuno rappresenta o aiuta. Tale consapevolezza viene all'interno di un gruppo di volontari internazionali che si occupano di accoglienza dei migranti e della realizzazione di progetti di assistenza a persone che vivono nelle aree più povere del mondo. Simon si trova, così, coinvolto in diverse vicende drammatiche che riguardano migranti in fuga dalla guerra e dalla fame e in situazioni che mettono in serio pericolo la sua vita e quella dei suoi amici volontari impegnati in faticose missioni umanitarie. Acquista la consapevolezza che «il vero viaggio di scoperta non consiste nel cercare nuove terre, ma nell'avere nuovi occhi» come dice Marcel Proust.