Rivista politico-culturale fondata e diretta da Giuseppe Dossetti, Cronache Sociali nasce nel 1947, dopo l'estromissione delle sinistre dal governo De Gasperi, e cessa nel 1951. La rivista si pone al di là delle semplici appartenenze ideologiche dell'Italia del secondo dopoguerra, e si confronta con la modernità, con i mutamenti della società, con la crescita economica, con i suoi problemi e le sue necessità, con l'esigenza di un rinnovamento del corpo sociale nelle sue varie articolazioni. La modernità non rappresentava un problema, ma un'opportunità, un magma da interrogare con tenacia, competenza e passione. Palestra per una parte importante della classe dirigente del Paese, Cronache Sociali ha lasciato in eredità non solo al cattolicesimo democratico, ma anche a tutto il riformismo italiano, la voglia di approfondire e di aggiornare le posizioni: la volontà di un impegno politico più ampio del semplice lavoro partitico parlamentare, la lettura coraggiosa della realtà italiana, la grande forza progettuale per incalzare il governo. Cronache Sociali è stata testimone di fondamentali e indimenticati avvenimenti storici: la fine del Tripartito, la politica economica Einaudi-Pella, le riforme per il Mezzogiorno, la pericolosa avanzata elettorale della destra conservatrice, la guerra di Corea, la politica per il riarmo.