Le contraddizioni di Norberto Bobbio non sono certamente incongruenze logiche di un lettore distratto e neppure incoerenze politiche di chi sostiene una cosa in sede teorica e poi ne avalla un'altra in sede politica. Seguendo il metodo dialettico proposto da Hegel e da Marx, le contraddizioni di Bobbio devono essere viste come il riflesso "filosofico" di contraddizioni storiche reali, che anche il pensatore più onesto e dotato non può superare, ma che è costretto a "registrare" in quella che Marx definì «falsa coscienza necessaria». Il bobbianesimo cerimoniale occulta queste feconde contraddizioni per santificare l'immagine atemporale di un Maestro testimone magistrale del suo tempo. In questo modo, credendo di rispettare, si manca invece di rispetto. Questo saggio è una forma di rispetto "dialettico" per Norberto Bobbio, di cui l'autore fu allievo ed amico. Si parla di Croce, di Gramsci, di democrazia, libertà e uguaglianza, di laicismo e religione, di gobettismo e di comunismo, della dicotomia Destra/Sinistra e di marxismo, di pace e di guerra, con scambio di lettere fra Bobbio e Preve e due articoli di critica dell'atteggiamento di Bobbio verso le guerre del 1991 e del 1999.