Claudiléia Lemes Dias racconta un Brasile spartito politicamente tra formazioni religiose che attraverso la violenza proselitista hanno annichilito la cultura dei popoli indigeni e sottoposto ogni presidente della Repubblica a costanti ricatti. Una realtà che genera conseguenze perverse su milioni di brasiliani poveri, bersaglio prediletto dei predicatori della 'teologia della prosperità', che promettono ricchezza illimitata, salute e felicità attraverso potenti mezzi di comunicazione concessi dalla politica. Il loro spietato marketing nel 2018 ha portato a eleggere, assieme a Jair Bolsonaro, sedicenti apostoli, vescovi e pastori in numero tale da controllare un terzo del Parlamento e da condizionare la scelta della massima carica dello Stato. Nutriti dalla linfa dei movimenti sociali, partiti fondati da donne fronteggiano la casta politico-religiosa, opponendosi al processo di neutralizzazione della storia del Brasile, della sua cultura e delle sue lotte, per il quale l'autrice chiama in causa le responsabilità delle religioni, complici in progetti e azioni incompatibili con i diritti umani, civili e politici di un popolo libero di autodeterminarsi. Prefazione di Federico Tulli.