Il volume si misura con la questione salariale, sull'assunto di fondo, che si evoca fin dalle prime battute, che i dati sul lavoro povero possano essere assunti quale plastica dimostrazione della ineffettività dell'attuale sistema di garanzie della sufficienza salariale. Nel contesto italiano, nella perdurante assenza di fonti legislative sull'erga omnes contrattuale e sul salario minimo legale - salvi alcuni interventi legislativi su aspetti o settori specifici - la garanzia della sufficienza retributiva è stata tradizionalmente rimessa, da una parte, ai contratti collettivi "di diritto comune" e, dall'altra, alla giurisprudenza sull'art. 36 Cost. Negli ultimi anni, tuttavia, le due tradizionali risposte alla mancanza di parametri salariali legali sono state messe duramente alla prova - oltre che da fenomeni di trasformazione del (mercato del) lavoro - dai guasti del sistema volontaristico, non più in grado di garantire formule di tutela dal dumping contrattuale e salariale. A partire da questi inconfutabili dati di fatto, il binomio, apparentemente ossimorico ma in costante ascesa, del lavoro povero (a basso salario), è analizzato adottando l'effettività come fondamentale strumento euristico, nella prospettiva di una valutazione, non solo ex post ed eventuale, ma anche, e soprattutto, quale criterio di valutazione ex ante dell'efficacia delle tecniche di tutela della sufficienza salariale. Prefazione di Antonio Viscomi.