Davanti all'opera di un grande artista, non ci accontentiamo di ammirare la perfezione delle forme, o di scoprire il senso di ogni immagine, ma tentiamo anche di svelare uno dei più affascinanti segreti dell'attività umana: come funziona il processo creativo in un artista geniale? Quali sono le condizioni che rendono possibile la nascita di un'opera destinata a raggiungere un riconoscimento universale? Qual è la relazione ottimale tra il vivere e il creare? Todorov cede alla tentazione di sollevare discretamente il velo di questo mistero, prendendo come punto di partenza la storia di uno dei più grandi artisti di tutti i tempi ed esaminando le tracce lasciate dalla vita nella sua pittura. L'opera e il destino di Rembrandt sono la materia di cui si nutre questo saggio. Secondo Todorov il motore dell'esistenza di Rembrandt non è tanto l'eccellenza etica, quanto la perfezione estetica. L'opera, sembra credere Rembrandt, esige che l'artista si doni interamente alla sua arte: per svelare la verità del mondo, deve essere disposto a separarsi dagli uomini. Forse, suggerisce l'autore, solo l'egocentrismo dell'artista può assicurare la generosità delle sue creazioni, solo il sacrificio della vita può garantire l'immortalità dell'arte.