Una raccolta di novelle della seconda metà del Seicento, scritta da un esponente della Repubblica di Venezia. Per la sua ambientazione in un luogo di villeggiatura e per il ribaltamento di questa cornice nel contenuto narrativo, è un libro che si colloca nella crisi della novellistica e della narrativa barocca, alle origini forse del romanzo settecentesco e della commedia di costume. Nelle otto giornate che la lieta brigata di nobili veneziani trascorre tra le ville palladiane, i giardini, i luoghi ameni di quella dorata "Arcadia", la narrazione è solo pretesto di conversazione per "sbandire la melanconia" con facezie e motti di spirito, mentre i "bischizzi", i giochi di parole, denunciano la crisi della parola barocca, ormai demistificata.