"Ho un grande debito di gratitudine verso Richard Wilhelm, sia per la luce che ha gettato sul complesso problema dell'I Ching sia per il suo contributo all'applicazione pratica del libro. Per più di trent'anni mi sono interessato a questa tecnica oracolare, o metodo di esplorazione dell'inconscio, perché a me sembrava di non comune importanza. Avevo già una certa dimestichezza con l'I Ching quando conobbi Wilhelm poco dopo il 1920. Egli mi confermò allora ciò che già sapevo, e mi insegnò molte cose ancora" (Carl Gustav Jung). Richard Wilhelm ha contribuito più di ogni altro a far conoscere in Occidente la vasta eredità spirituale della Cina, traducendo alcune tra le più importanti opere filosofiche orientali, e, in particolare, I Ching. L'anima della Cina non è però una traduzione dal cinese, bensì un'opera originale in cui il grande sinologo e pastore protestante tedesco racconta la propria esperienza. Un'opera in cui si fondono vari aspetti, dall'autobiografico al filosofico, allo storico.