La tesi sostenuta in questo libro è che la globalizzazione non è semplicemente un processo di progressiva integrazione dei mercati internazionali, quanto piuttosto un nuovo modo di sviluppo capitalistico in cui le più importanti imprese multinazionali si sono organizzate in reti transnazionali nel tentativo di ottenere la flessibilità richiesta dal cambiamento senza rinunciare ai vantaggi che la grande dimensione consente nel controllo oligopolistico dei mercati, a livello mondiale. Un'alternativa è necessaria. Può essere identificata nell'anomalia dei distretti industriali, primi fra tutti quelli del made in Italy. Entro tale prospettiva il Mezzogiorno sarebbe un'ideale base logistica per la costruzione di una nuova area del Mediterraneo.