In questa raccolta insiste tanta parte della mia vita. Il titolo stesso pare indicarcelo - scrive Pietro Magno - I labirinti rappresentano infatti l'emblema della complessità dell'esistenza e del suo girovagare in cerca d'una via d'uscita dalle tante difficoltà. Per me, d'altronde, non si è mai trattato di "scrivere poesie" quanto di esporre la personale sintassi emotiva "in poesia", piuttosto che in musica o in pittura. Con ciò, da sempre consapevole di come "carmina non dant panem" né delirio di lettori, oggi come ieri, ritengo indispensabile sconsacrare l'idea della poesia "oggetto immateriale" e del poeta "entità astratta" se ci si vuole evitare l'indifferenza da estraneità. È mia opinione che semplicemente siano, l'una, forma di strumento comunicativo, l'altro, professione di qualità umana.