Le storie di due famiglie, i Valente e i D'Ippolito, si srotolano e si intrecciano tra i vicoli della città vecchia di Taranto, fornendo uno spiraglio sulla vita della gente più umile durante il secondo conflitto mondiale. In quegli anni, in quasi tutte le case dell'isola, tre generazioni di una stessa famiglia condividono spazi angusti, cibo e letti; ai capifamiglia e ai primogeniti spetta il compito di garantire a tutti una vita serena. Ciro, operaio dell'arsenale militare, costretto ai doppi turni ed a lunghe notti umide in riva al mare, e suo figlio Vincenzo, garzone presso un macellaio amico di famiglia, assolvono questo compito per i Valente. Damiano, ciabattino come suo padre ormai anziano, ed il figlio Elio, apprendista di Simone, un pescatore vedovo ed alcolizzato, hanno sulle spalle le vite dei D'Ippolito. Nonostante la guerra sia iniziata, in città le abitudini stentano a cambiare e solo il quotidiano suono della sirena anti-aerea testimonia l'esistenza di un confine tra la vita di prima e quella che segue il discorso del 10 Giugno. Tuttavia il fragore delle bombe e l'inevitabile sacrificio di innocenti giunge anche nella piazzaforte della Regia Marina, che aveva visto nella città dei due mari un porto facilmente difendibile e praticamente inviolabile. In una sola notte però, i piloti della RAF minano le convinzioni dei generali italiani e lasciano dietro di sé corazzate distrutte e un velo di disperazione sulla città. Le due famiglie, travolte da un destino totalmente fuori dal loro controllo, cercano di mettersi in salvo come possono e questo le porta ad incontrarsi ed a trovare rifugio in un ipogeo. Lì sotto, tra le testimonianze di civiltà antiche, si rivela loro una verità agghiacciante che diviene una svolta per la famiglia Valente. Al contempo, nell'ombra, una volontà inquinata dal dolore trama per separare i D'Ippolito; tuttavia, prima che accada l'irreparabile, la distruzione che rimodella la città diventerà un'occasione di consapevolezza e rinascita per tutti.