Immaginate un comico molto popolare che scrive la biografia di un comico ancora più celebre di lui: sotto l'apparente encomio, si nasconde l'invidia. Immaginate che questo accada alla fine del Seicento, in Francia, alla Corte di Re Sole. E che i due divi in questione siano uno - Angelo Costantini, l'autore - un talento irrequieto costretto a girare le corti europee per colpa del suo carattere scostante, e l'altro - Tiberio Fiorilli, soprannominato Scaramuccia, il protagonista della biografia - il più grande attore italiano del suo tempo e un modello assoluto di comicità. Insomma, Tiberio Fiorilli, l'interprete prediletto di Luigi XIV e lo scopritore del genio di Molière. Un divo la cui popolarità ha attraversato i secoli fino a meritare la dolente citazione di Freddie Mercury nella più famosa canzone dei Queen, "Bohemian Rhapsody". Tutto questo è "La vita di Scaramuccia". Pubblicata nel 1695 e tradotta in italiano per la prima volta nel 1782, questa piccola perla della letteratura dell'epoca torna ora in una nuova versione curata e introdotta dallo storico del teatro Nicola Fano.