Lena ha più o meno trent'anni, lavora come giornalista a Milano e si sente con le spalle al muro. Deve fare una scelta e non pensa di esserne capace. L'unica soluzione che vede è la fuga. Così telefona ad Anastasia, detta Ani, vedova di un collega più grande di lei che le aveva fatto da mentore e le era stato vicino in alcuni momenti difficili: «Posso venire da te, a Trapani?». «Certo che puoi.» Lena arriva in Sicilia. Ad accoglierla un mondo fatto di calore, di odori, di sapori. E una sorpresa. Lei non sarà l'unica ospite di Ani, c'è anche Monsignor Patrick, un vescovo settantenne, anche lui arrivato senza un vero preavviso. Anche lui in fuga. Ma il primo giorno in cui sono tutti e tre insieme Ani ha un malore improvviso, devono portarla d'urgenza in ospedale, rischia la vita. Lena e Patrick restano soli, a studiarsi, conoscersi. Mentre sullo sfondo aleggia una grande domanda: da cosa stanno fuggendo? Roberto Perrone, prematuramente scomparso lo scorso gennaio, è stato un grande giornalista e un grande scrittore. Nei suoi libri ha saputo spaziare tra i generi, scrivendo noir e storie d'amore, con lo sguardo universale proprio dei grandi umanisti, che sanno abbracciare la vita in tutte le sue forme, dalla letteratura allo sport, dal cibo ai sentimenti, quotidiani ed eterni, che animano l'esistenza. "La vita che non voglio" è l'ultimo romanzo che ha completato. È il racconto di un'amicizia inattesa e grande, dell'incontro tra due dolori che specchiandosi sapranno tornare a sorridere.