Tra le prime zone interessate dall'espansione del patriziato veneziano nella terraferma, la riviera del Brenta può vantare un'impareggiabile densità di dimore signorili. Tra quelle lasciate andare in rovina all'inizio del XIX secolo la più intrigante è sicuramente villa Contarini Tron Duodo, sorta al centro di una lingua di terra nella svolta del fiume Brenta tra Stra e Dolo. Incredibilmente cancellato dalla storia e dalla memoria, il complesso edilizio continua invece a esistere nelle carte, disegni e nei documenti d'archivio riscoperti e ricollegati dall'autore in una ricostruzione inedita. Le sue vicende s'intrecciano con quelle di uno dei proprietari, un prepotente e violento patrizio sottoposto a metà del Seicento a condanna e bando dal Consiglio di Dieci a causa di un brutale quanto oscuro assassinio perpetrato tra le calli veneziane. La fosca trama del caso criminale ha suggerito all'autore un originale esperimento letterario che unisce un classico saggio scientifico e un bozzetto narrativo, nel quale sono fatti rivivere personaggi e caratteri balzati fuori a tutto tondo dalla documentazione storica.