Questo libro, che segue a una quadrilogia degli "oggetti anomali" ("Il boomerang non torna", "Orizzonti della clessidra distesa", "Canti dello specchio bifronte", "L'obliqua scacchiera"), mantiene il focus sull'irregolarità e la difformità ma lo indirizza dalle cose alle persone, coinvolgendo, in particolare, un soggetto sonnambulo. Solo che il sonnambulo in questione non è "semplicemente" tale. E la veglia infatti? Il titolo, che la comprende e la declama, fa riferimento all'impossibile stato - stato che qui diventa, a quanto sembra, comunque possibile - del sonnambulo che rimane cosciente e vigile, oppure al paradosso di una veglia affetta da sonnambulismo? Forse le due chiavi di lettura si bilanciano, fino a confondersi. Forse non c'è risposta, come lascia supporre l'interrogativo: "sono un sonnambulo in veglia perenne / oppure in veglia che non cessa / da sonnambulo mi transito?"