Sono passati oramai più di sessant'anni dal centenario di San Martino e Solferino celebrato nel 1959, ma un piccolo ricordo di quella ricorrenza rivive in questo libro, esattamente nei disegni degli scolari della classe VI elementare di Alfianello di quell'anno, in cui maestro ne fu l'autore stesso, ancora lontano, al tempo, dalla veste di "nonno". Il titolo «La torre di San Martino» è indicativo del senso di questa rievocazione che il nonno rivolge ai suoi nipoti, con netta preferenza agli aspetti bresciani di quegli avvenimenti, senza trascurarne altri che, pur significativi, non trovano rilievo nelle solite memorie: citiamo fra questi, ad esempio, il personaggio di Maria Clotilde di Savoia o il numero di 14.000 uomini rimasti fuori combattimento dopo la battaglia. Fu proprio questo numero che impressionò Henry Dunant, personaggio Svizzero casualmente presente sul campo il giorno dopo la battaglia, il quale scrisse un libro per cui i nomi di San Martino e Solferino sono passati dalla storia d'Italia a quella dell'Umanità. È noto a tutti, in proposito, che da quel libro è nata la Croce Rossa, ma non a tutti perché mai proprio quel simbolo sia stato scelto per significare la protezione universale verso i feriti di guerra e il nonno, appunto, ce lo dice. La letteratura ci ha lasciato, poi, dopo San Martino il racconto di Edmondo De Amicis: "La piccola vedetta lombarda" che l'autore qui, mentre ce lo riporta alla lettera, amerebbe intitolare: La piccola vedetta bresciana. Età di lettura: da 6 anni.