In questi mesi abbiamo vissuto un'emergenza senza precedenti, impensabile. È difficile persino trovare le parole per spiegare l'enormità di questa pandemia. Le abbiamo usate tutte, abbiamo sperimentato l'intero vocabolario della paura e dello sgomento. Il Covid-19 è davvero una di quelle 'rotture' che attraversano la storia dell'umanità, in termini individuali e collettivi; un evento che spezza le vite individuali, si abbatte su famiglie, comunità, Paesi, diventa storia collettiva. Ora sappiamo qualcosa in più, forse stiamo cominciando lentamente a reagire e ad uscire dall'angolo disperato in cui la forza apparentemente inarrestabile del contagio ci aveva costretto nei mesi scorsi. Ci aspetta un lungo cammino, questa epidemia lascerà un segno indelebile nella coscienza collettiva. Non per forza soltanto negativo se non smetteremo di riflettere su quello che è successo. In questo, l'Università ha una parte importante da svolgere. Scritti di: R. Alfieri, A. Bachiorri, S. Bettuzzi, G. Bordin, F. Caruana, B. Centi, M. Cocconi, U. Cocconi, C. Coppola, G. Costantino, N. Cucurachi, A. D'Aloia, M. Deriu, M. Donati, A. Enrichens, S. Esposito, M. Fabi, V. Fainardi, K. Furlotti, M. Guerra, A. Malcevschi, S. Martin, M. Meletti, M.C. Ossiprandi, E. Pavarani, A. Pescetti, P.G. Petronini, G. Pisi, A. Prati, C. Rinaldi, G. Vendemia, R. Volpi, M. Zanichelli.