Sono oramai passati più di novant'anni dalla prima edizione de "La Storia di San Michele". Era il 1929, un momento di crisi mondiale, povertà e disoccupazione. Per merito dell'editore inglese, John Murray, che ebbe il coraggio di proporre una visione di speranza - questa proposta dovette sembrare incongrua e anacronistica perfino allora - fu davvero considerata "la storia di un altro modo di vivere". I critici letterari, nonostante l'autore fosse un personaggio già famoso, espressero in vario modo la loro sorpresa: definirono questo libro «unusual» ossia fuori dal comune, sottolineando la difficoltà di collocarlo come autobiografia, come libro di memorie mediche o filosofiche, come libro di viaggio, o solamente come romanzo. Ma qualunque fosse la categoria a cui apparteneva, il suo messaggio era sconvolgente! Divenne un best seller e da allora continua ad essere tradotto in tutte le lingue del mondo. Novant'anni, eppure oggi ci troviamo nel mezzo di un'altra crisi mondiale, col rischio per le nuove generazioni di precipitare nel baratro dell'indifferenza, dell'intolleranza aggressiva, pericolosa e ignorante - una miseria questa volta, della mente e dello spirito.