Un diario, un taccuino di lavoro, un romanzo totale in cui ogni frammento di vita è raccolto e restituito alla parola. Una miniera smagliante, dove può essere trovato di tutto: visioni, riflessioni sullo scrivere, aforismi, disarmanti confessioni, romanzi di una frase, esercizi di parodia. Gli abbandoni fantastici si alternano a nitide descrizioni della natura, le severe autoanalisi si affiancano a momenti di intensa felicità, la paura della solitudine si mescola all'orgoglio della solitudine (dello scrittore). Una sottile e resistente linea tematica corre ininterrotta per tutto il libro di Peter Handke, saldando tutte le sue parti: è il processo per cui la vita si trasforma in arte, per cui l'arte tutto succhia ed usa della vita. Lo scrittore, gettando nella pagina i frammenti di un'autobiografia interiore, racconta in realtà la vita mentre si fa rappresentazione, descrive l'impresa «epica» dell'artista. E il lettore, entrando nel laboratorio dello scrittore (di uno dei maggiori scrittori contemporanei), si trova a leggere il romanzo di come lo scrittore giunge a realizzarsi. Libro che racchiude tutti gli altri libri, "La storia della matita" svela così anche una propria individualità, si afferma come libro diverso da tutti gli altri.