Un libro costruito come una matrioska per cui ogni capitolo rinnova sorpresa, fascino ed interesse. Il filo d'oro che cuce la ricchezza dispiegata nelle pagine del testo è la spiritual care declinata come profonda compassione nei confronti di ogni vivente e di ogni dolore. L'Autrice, a partire dalle ricerche di neuroscienze, con cenni alla medicina di Ildegarda di Bingen e alla saggezza della mitologia greca, supera la classica teoria sulle fasi che scandiscono il processo di elaborazione della malattia e del morire con la visione gestaltica, che ha come obiettivo non la rassegnazione (che riduce la vitalità), ma la 'gioia di vivere' che trova un proprio canto anche nel dolore, proponendo nell'«adattamento creativo» una nuova feconda prospettiva della resilienza.