Il libro richiama al «vivere personalmente» in quanto sempre connesso a un «vivere socialmente»: il mondo sociale si rivela essere allora il mondo visto e vissuto dalle persone insieme. In esso facciamo esperienza delle cose, non come «nude e crude» ma come qualitativamente caratterizzate: la sedibilità della sedia, la delicatezza della carezza, l'affilatezza della lama, la giustizia del giudice, la sincerità della promessa. Le cose del mondo ci si mostrano sempre come ricche di qualità di valore, senza le quali non sarebbero le cose che sono. Allo stesso tempo, vita personale e sociale sono in relazione reciproca: per esistere in quanto tale, ogni persona deve essere parte di almeno un intero sociale. La «buona vita delle società» dipende da quella delle persone, e viceversa.