Nel 1924, lo scalatore inglese George Mallory, insieme al compagno Andrew Irvine, tentò la prima conquista dell'Everest. Entrambi morirono nell'impresa - erano al terzo tentativo - ma nessuno ha mai saputo con certezza se prima o dopo aver raggiunto la cima. Di sicuro, entrambi furono avvistati a circa 250 metri dalla vetta, prima che scomparissero per sempre dietro alle nubi. Poi, nel 1999, il ritrovamento del corpo perfettamente conservato di Mallory ha riproposto questa storia leggendaria. Purtroppo Mallory non aveva con sé la macchina fotografica che avrebbe potuto confermare o meno il compimento dell'impresa: non fu mai ritrovata neppure la foto della moglie che intendeva lasciare sulla cima a testimonianza della sua conquista. Reinhold Messner, il più grande scalatore vivente, celebre tra l'altro per aver compiuto la prima ascensione dell'Everest senza ossigeno e in solitaria, proprio sulla parete tentata da Mallory sessant'anni prima, affronta l'enigma della fine del suo predecessore, e ci offre una ricostruzione insieme documentata e romanzesca. Attraverso la vicenda pionieristica di Mallory, riletta alla luce della propria esperienza e ricostruita al di là del mito, l'autore di questo racconto appassionante accompagna il lettore sulla scena himalayana, quando era ancora sede d'imprese eroiche, prima che diventasse meta turistica per comitive. E fornisce, forse, la soluzione dell'enigma.