Le vicende storiche - come la dominazione araba e i terremoti - hanno finora impedito la percezione corretta del ruolo della Sicilia anche in campo storico-artistico dalla conquista giustinianea dell'isola. Così che si è creduto che da tale punto di vista la Sicilia sia stata una regione appartata e periferica. Il libro sulle sculture bizantine superstiti smentisce tale convinzione errata, mostrando che i resti - se studiati nel complesso dell'ecumene bizantina - rappresentano segnali significativi dell'attenzione che all'isola fu dedicata dal potere imperiale per i suoi edifici fin dalla conquista negli anni Trenta del VI secolo, con l'invio in Sicilia non solo di manufatti già in tutto o in parte rifiniti (e a tal proposito si rivendica la spedizione per l'isola del carico naufragato a Marzamemi), ma pure con la presenza sul posto di artefici greco-costantinopolitani. Vengono còlte tre fasi fondamentali dell'attività bizantina nell'isola: per il VI secolo, per l'VIII e parzialmente IX secolo, per la ripresa in epoca mediobizantina dopo la cacciata degli arabi.