Quale rapporto si instaura tra politica e vita? L'approccio della biopolitica esaurisce ogni possibilità di concettualizzare in disgiunzione i due termini polari dell'esistenza umana? È possibile sfuggire al rapporto predativo e minoritario che risolve la polarità rinchiudendola lungo un asse gerarchico? Gli interventi qui raccolti si muovono lungo questa soglia di apertura che muove dalla ricerca biopolitica, segnata fra l'altro dai testi di Foucault, Agamben, Esposito, per sforzarsi di oltrepassare verso una dimensione che trattenga il nesso genealogico, ma respingendo la tentazione di dipenderne sino a pervenire ad una forclusione di una vita che sfugga alla cattura politica e di una politica la cui sorte fatale sembrerebbe quella di destinare la vita. Una linea di fuga appena sperimentata in questi interventi è quella dell'animalità quale risorsa culturale e concettuale in grado, forse, di ispirare una tensione da amplificare sino a lasciarla risuonare come flebile segnale di un pensare altrimenti.