La sfida di questa ricerca, frutto di un lavoro d'archivio imponente, è molto semplice: ha senso studiare la fase culminante del Risorgimento, cioè l'apice del processo di costruzione della nazione, all'interno di uno spazio regionale? E come tenere intrecciati i diversi piani, quello locale, quello inter-statale (con lo Stato pontificio a far da cardine, in questo caso) e quello propriamente italiano? Le risposte offerte da un gruppo di studiosi della nuova generazione sono state sorprendenti. Allontanandosi dagli stereotipi propri delle ricostruzioni celebrative del periodo liberale e fascista, le analisi si sono concentrate sulle condizioni materiali, sui difficili equilibri tra i ceti, sulla radicalità della propaganda patriottica, ma anche su tanti elementi fino a oggi trascurati, dall'ultimo viaggio di Pio IX in provincia agli effetti del colera, dalle trasformazioni indotte dall'Unità nella vita quotidiana - i pesi, le misure, le monete - al difficile radicamento delle istituzioni laiche e liberali, alle prese con una terra in bilico fra 'rossi' (i mazziniani e i garibaldini) e 'neri' (i clericali). Lo spaccato che esce da queste pagine racconta la vicenda di una provincia italiana complicata e contraddittoria, ma anche ricca d'incredibili fermenti, che toccano l'istruzione primaria, la cultura, l'ansia di affermazione di una generazione di giovani.