L'8 luglio 1960, in piena era Tambroni, Palermo è pronta a partecipare allo sciopero nazionale indetto dalla CGIL per protestare contro gli interventi polizieschi durante le manifestazioni popolari avutesi in altre città. La manifestazione comincia in forma del tutto pacifica, ma viene improvvisamente e senza spiegazioni interrotta dalle forze dell'ordine. Ne nasce una protesta che provoca disordini e danneggiamenti; le inevitabili reazioni di polizia e carabinieri determinano un crescendo che dilaga in tutto il centro città. Il bilancio finale sarà di quattro morti e una sessantina di feriti. Si instaura un procedimento penale contro più di cinquanta dimostranti, quasi tutti arrestati in flagranza, per radunata sediziosa e altri reati. Le condanne saranno numerose. Il libro approfondisce l'esame del processo nelle sue varie fasi, e ne ricava la possibilità di risalire a una ricostruzione dei fatti alternativa rispetto a quella operata in sede giudiziaria.