A esaminare senza preconcetti la letteratura del Novecento, ci si accorge, non senza qualche sorpresa, che essa, anche quando non ha saputo dare testimonianza di una fede solida, nutrita di certezze, si è fatta espressione di una ricerca inquieta dai contorni latamente religiosi. Anzi, effetto non ultimo della crisi epocale che ha investito la civiltà moderna, mai forse come nell'ultimo secolo la letteratura si è aperta al mistero, incalzandolo con le sue domande radicali. Perciò, chi ha descritto il mondo contemporaneo come l'esito di una secolarizzazione, ha detto una cosa vera ma parziale, non tenendo conto di ciò che si agita sotto la superficie apparentemente stagnante di un tempo storico lontano, nonché dall''esperienza', perfino dal 'problema' religioso. In realtà, poeti e scrittori, traditi o delusi dalla scienza positivista, hanno compreso che senza un fondamento non si può vivere, che la 'morte di Dio' si trascina dietro, come inevitabile corollario, anche la morte dell'uomo.