L'opera cardine dell'etnografo finlandese Uno Harva, dedicata alle immagini religiose dei popoli altaici, è il risultato di un imponente lavoro di sintesi e analisi effettuato su una sterminata quantità di documenti etnografici e fonti orali, compreso il notevole materiale che l'autore stesso aveva registrato nel corso della sua spedizione di ricerca sui monti dell'Altaj. Passando dalle leggende sulla creazione del mondo ai bagliori dell'ecpirosi finale, dalle topografie cosmologiche ai miti astrali e naturali, dalle fisionomie delle divinità uraniche alle funzioni degli spiriti-guardiani, dalla determinazione dell'anima prenatale alle sue peripezie postmortali, Harva traccia un quadro coerente e approfondito della Weltanschauung di mongoli, tungusi e turchi di Siberia, dei loro riti religiosi, sepolcrali, di caccia e sacrificali, per concludere con un corposo capitolo dedicato allo sciamanismo. Nel contesto di questa antichissima fenomenologia religiosa, Harva riassume magistralmente tutte le categorie di un kósmos organizzato in senso animistico, dove l'umano e il metafisico comunicano tra loro attraverso le operazioni teurgiche degli sciamani.