Negli ultimi decenni, la scoperta di una precisa connessione neuroanatomica tra cervello e psiche ha contribuito ad abbattere il muro divisorio tra neuroscienze e psicoterapia, consentendo al contempo un affinamento delle metodiche diagnostiche e della valutazione prognostica. Nuovi modelli integrati hanno rivoluzionato l'indagine sui sintomi psichiatrici, chiamando in causa mediatori neurochimici e reti neurali. È proprio grazie all'apporto degli studi neuroscientifici che i vari modelli di psicoterapia possono ora incontrarsi nella condivisione di conoscenze sui funzionamenti BrainMind, diminuendo il divario fino a poco tempo fa difficile da colmare, tra metodiche e teorie di riferimento. Disturbi di personalità, disturbi affettivi, disturbo ossessivo compulsivo, disturbi d'ansia vengono indagati e approfonditi con un occhio alle loro basi neurobiologiche, in un'ottica di avanzamento delle conoscenze e delle prospettive terapeutiche. Psicoterapia e neuroscienze sono un connubio antico, anzi costitutivo, se si considera che colui che fondò la prima psicoterapia in ambito medico e scientifico fu S. Freud, la cui identità originaria era quella di biologo ricercatore.