Il mercato della valutazione di programmi e progetti, in Italia, soffre di due gravi problemi: il primo è una committenza (solitamente ma non esclusivamente pubblica) a volte impreparata, che non sa chiedere la giusta valutazione e spesso recluta professionisti poco adeguati; il secondo sono i professionisti a volte inadeguati che rispondono approssimativamente a committenti impreparati. Questo circolo vizioso, che si autoalimenta da decenni, rischia di produrre risultati deludenti, poco significativi, buoni per un uso al più comunicativo e retorico. Il presente volume vuole aiutare committenti e professionisti a migliorare la valutazione richiesta dai primi e realizzata dagli altri, spiegando a entrambi quali sono le trappole da evitare, i cliché stereotipati che non occorre ripetere, le banalità dispendiose e inconcludenti da non inserire in una proposta di valutazione. In termini semplici, con aneddoti, esempi e "regole auree" imprescindibili. L'autore, che di progetti di valutazione ne ha visti e giudicati innumerevoli dozzine, spera di fare un servizio a entrambi, convinto che oggi, in Italia, servano più che mai bravi professionisti, e committenti desiderosi della loro collaborazione.