L'impresa coloniale in terra africana, nacque dal bisogno dell'Italia di uscire da quell'isolamento internazionale in cui il paese si era ritrovato dopo l'Unità nel 1861. Premesse alla guerra furono i tentativi di espansione italiana in Africa operati a cominciare dal 1869 con l'acquisto della baia di Assab. Nel 1889 a Giovanni IV succedette Menelik II. Fu il nuovo re etiope che firmò il trattato di Uccialli con l'Italia, in cui l'Etiopia riconosceva all'Italia le sue conquiste in Eritrea, che nel 1890 veniva proclamata colonia e sottoposta all'autorità di un governatore. Tuttavia, la differente interpretazione delle clausole del trattato portarono alle ostilità nel 1895 con la guerra d'Abissinia. L'esercito italiano venne sconfitto più volte e Crispi dovette rinunciare, con il trattato di Addis Abeba del 1896, al protettorato sull'Etiopia, ottenendo il riconoscimento del possesso della sola Eritrea. L'Italia fu la prima "potenza" europea duramente sconfitta da un regno africano.