Primo grande successo letterario di Gide, "La porta stretta" - il cui titolo richiama la parabola del Vangelo di Luca sull'importanza della fede - racconta di una forma di eroismo esistenziale: la costrizione volontaria, che inevitabilmente conduce alla tragedia. Tra le pagine di questo romanzo, nel quale si può cogliere l'eco letteraria della parabola esistenziale dell'autore, troviamo Alissa e Jérôme, cugini che si amano di un amore casto, platonico: un sentimento puro, potente e ricambiato, nonostante il quale e a causa del quale Alissa si abbandonerà alla morte per volontario sacrificio religioso. Un rapporto contrastato, quello che tratteggia Gide senza fornire al lettore facili giudizi, tra natura e cultura, tra l'ideale e il sensuale, irrisolto e forse insolubile. Riproposta nella storica traduzione di Oreste Del Buono per la prima edizione BUR, "La porta stretta" (1909) è l'opera di un narratore maturo che volendo fare "la satira dell'idealismo" scrive invece "un toccante romanzo idealistico" e testimonia la sua lotta spirituale tra rigida educazione borghese e scoperta della propria sessualità.