Per gli antichi i sogni fallaci provenivano dall'altro mondo, e passavano da una porta d'avorio, da quella soglia è giunto il sogno ingannevole della globalizzazione, un miraggio, lievitato per secoli nelle viscere del tempo, per poi emergere nella storia. Ciò è avvenuto negli ultimi anni del XX secolo, quando il pianeta, crollato il bipolarismo, confuse l'imminente futuro come l'inizio dell'epoca dell'oro. In realtà, "le magnifiche sorti e progressive" rivelarono il loro vero volto e il Kali Yuga calò sulla terra. L'uomo, tuttavia, travolto dal tranello onirico, non ne è cosciente, non percepisce di essere deprivato di dignità, di essere ridotto in uno stato sub-umano, di essere trasformato in servo del grande mercato. Egli è un dormiente che giace fra le coltri di un effimero quotidiano, percepito come unico scopo dell'esistenza. Recluso nella cella di un individualismo assoluto, imbonito dall'allucinogeno della rete, l'uomo globalizzato si sente signore dell'universo, senza rendersi conto di pascolare, da animale, nello stazzo della globalizzazione. Vi sarà un risveglio? Riuscirà questo gregge di armenti che si azzannano come lupi, a uscire da un incubo, vissuto come sogno?