"La poesia e il divino. Un viaggio alle origini della parola" di Giovanni Rapazzini de' Buzzaccarini è un saggio costruito secondo un'architettura mitopoietica, con ricco corredo di notazioni e riferimenti documentaristici, dove «il commento connette più testi e autori, compie, appunto, un viaggio rischioso e arduo fino all'origine della parola», come scrive Antonio Devicienti nella nota a margine. È un'indagine filosofico-linguistica che, attraverso un codice sovracifrato che rimanda all'origine dello stato poetico e alla sua congiunzione con l'ontologia e a un'analisi comparativista tra Poesia e Mito e tra Sacro e Profano, ripercorre lo spazio sospeso della poesia antimodernista e in accordo con la Tradizione. L'opera si confronta con l'antica sapienza indiana e quella greca e autori come Hölderlin, Leopardi e Baudelaire e critici come Roberto Calasso, Giorgio Colli, Guido Ceronetti, Cristina Campo, Émile Cioran e molti altri.